A distanza di due mesi dall’elezione di Tsipras a premier, il governo greco non ha ancora trovato un accordo con l’Europa. Il ministro delle Finanze greco Varoufakis il 16 aprile 2015 ha lanciato l’allarme da Washington: “La liquidità della Grecia sta terminando”.
Mentre il tempo passa, i mercati iniziano a innervosirsi: l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha abbassato il rating a CCC+, i rendimenti dei titoli di Stato sono tornati ai massimi dal 2012 e gli spread dei Paesi Periferici sono aumentanti.
Cosa sta succedendo in Grecia
I punti fermi della situazione sono due:
- la Grecia ha un bisogno urgente di risorse sia per ripagare i creditori (FMI, BCE e altri privati), ma anche per finanziare le proprie spese (pensioni, stipendi, investimenti);
- l’Eurogruppo, prima di concedere altre risorse, vuole vederci chiaro sulle riforme.
Come abbiamo detto più volte, tenuto conto dell’esposizione diretta dei Paesi membri della zona euro verso la Grecia (3,3% del PIL), e degli effetti imprevedibili di un Grexit (un’uscita di Atene dall’unione monetaria), un compromesso tra Bruxelles e Atene sembra essere la soluzione ideale per tutti.
Al momento, però, non c’è traccia di tale accordo e i toni dei rappresentanti di Governo e dell’Eurogruppo non sono dei più concilianti. Secondo l’economista Barry Eichengreen, se non si trova un compromesso è anche colpa della ripresa, che riduce l’urgenza di agire dell’Europa e la fa sentire in una posizione di maggior forza relativa rispetto alla Grecia.
Intanto il tempo passa e la Grecia è sempre più costretta a fare i salti mortali per rispettare le imminenti scadenze. Secondo il Financial Times, il Governo greco avrebbe avanzato un’informale richiesta al Fondo Monetario Internazionale (FMI) per riprogrammare le scadenze sul debito. Una proposta prontamente rigettata. Nel solo mese di maggio la Grecia deve prepararsi a finanziare circa € 4,4 miliardi tra spesa sociale e rimborso del debito.
La Grecia è stata data per spacciata più volte ma, fino a questo momento, è sempre riuscita a onorare i propri debiti e la BCE ha continuato a fornire liquidità a un sistema bancario che soffre ingenti fuoriuscite di capitali (i depositi sono diminuiti di € 24 miliardi tra dicembre 2014 e febbraio 2015).
Un fallimento controllato della Grecia?
Stando alle indiscrezioni dei giornali, pare che il governo tedesco stia lavorando a un piano che consenta alla Grecia di rimanere nella zona euro anche in caso di default. Ovviamente non c’è nulla di ufficiale, ma il solo fatto che se ne parli rompe un tabù importante: la Grecia può rimanere nella zona euro anche in caso di fallimento.
Un eventuale default controllato della Grecia dovrebbe:
- abbassare il rischio contagio;
- ridurre il peso “insostenibile” del debito pubblico greco;
- rispettare la volontà dei cittadini greci, che stando ai sondaggi rimane in larga parte favorevole all’euro.
Per quanto sulla carta possa sembrare ragionevole, questa ipotesi rimane pura speculazione.
Tornando alla realtà, la trattativa è ferma al primo step. Entro il 20 aprile 2015 il governo Tsipras deve definire le proposte di riforme che saranno discusse dai ministri delle Finanze della zona euro durante l’incontro del 24 aprile a Riga. Se il piano fosse approvato (e sembra improbabile) a questo punto si passerebbe al fase due: negoziare il nuovo piano di aiuti. La strada è ancora lunga.
Per sapere cosa fare nel frattempo con i vostri portafogli, consultate la nostra asset allocation di aprile 2015.
Gianni / Aprile 17, 2015
Ho qualche remora in merito alla frase: “La Grecia è stata data per spacciata più volte ma, fino a questo momento, è sempre riuscita a onorare i propri debiti”
Intendete che li onora a suon di haircut! 🙂
http://www.economist.com/node/21550271
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Jacopo Caretta Mussa / Aprile 17, 2015
Si certo, ma è un’altra storia. Intendo post bailout e rispetto alle ultime scadenze.
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Jacopo Caretta Mussa / Aprile 17, 2015
Si certo, ma intendo post bailout e rispetto alle ultime scadenze.
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Raffaele Zenti / Aprile 17, 2015
Il “default controllato” della Grecia è credibile quanto la liquefazione del sangue di San Gennaro.
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Massimo Vicari / Aprile 20, 2015
Eppure accade 🙂
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Raffaele Zenti / Aprile 20, 2015
Secondo me se la Grecia farà default ci sarà un macello e il contagio sarà violento e l’eurozona sarà spazzata via, sia politicamente che economicamente (almeno per 5-10 anni). Temo che il fallimento di Lehman sarà come un cartone animato di Topo Gigio, al confronto. Ma forse mi sbaglio.
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Massimo Vicari / Aprile 20, 2015
Raffaele, mi inchino all’esperienza, ma la russia potrebbe giocare un ruolo importante. immagina che anzikè foraggiare l’Ukraina prreferisca non farsi pagare dalla grecia, e avere un proprio gasdotto per accedere all’europa. Dargli adesso 5 Mld (mi pare di aver letto) sono pochi in confronto a quelli che non prende tutti gli anni. E gli usa faranno pressioni come al solito per non cedere pezzi al blocco sovietico. Un eventuale fallimento non credo convenga a nessuno, nemmeno alla germania.
Poi..le autorità europee potrebbero usare la Grecia come test. Non troppo grande da essere preoccupante, nè troppo piccola da essere irrilevante.
In soldoni, non credo che la faranno uscire.
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Gianni / Aprile 20, 2015
Nel senso che se avverrà sarà fuori controllo o che non avverrà affatto? 🙂
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Cicci Capucci / Aprile 23, 2015
Non ho trovato da nessuna parte una spiegazione tecnica del perché non pagando una rata IMF la Grecia debba imprescindibilmente uscire dalla moneta unica. Qualcuno nel blog può indirizzarmi ad una analisi in materia?
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Jacopo Caretta Mussa / Aprile 23, 2015
Infatti, non è automatico, anzi. E’ una pura questione politica, che io sappia non c’è nessun meccanismo per uscire dalla zona euro. L’unico modo che vedo è che un Paese/BancaCentrale (forzato oppure no) decida di emettere una moneta al di fuori dell’euro.
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