La Grecia non pagherà la tranche di debito da 1,6 miliardi all’FMI in scadenza oggi, 30 giugno 2015. Ora Atene e l’Europa intera attendono col fiato sospeso l’esito del referendum del 5 luglio 2015, in cui i greci saranno chiamati a decidere se accettare o meno l’accordo coi creditori. Una vittoria del “no” potrebbe tradurre in realtà i rischi di contagio e di Grexit, mentre un “sì” potrebbe costare la poltrona al Governo Tsipras. Come si concluderà la tragedia greca?
AdviseOnly l’ha chiesto a Nikos Frangos, analista economico-politico greco che vive in Italia.
Come stanno i Greci?
Sono stato in Grecia fino a venerdì 12 giugno e la situazione allora era abbastanza tranquilla: c’era un misto di rassegnazione e fiducia che la trattativa con l’Eurogruppo si potesse risolvere nel migliore dei modi. L’annuncio del referendum del 5 luglio da parte del premier Tsipras è stato un fulmine a ciel sereno: ora, sentendo amici, parenti e tv greche, posso dirvi che la gente è spaesata, spaventata, non sa cosa aspettarsi dal futuro.
Cosa ne pensa del referendum di domenica: un modo per dare voce al popolo o un espediente pilatesco per scaricargli una decisione politicamente scomoda?
Dal mio punto di vista, quello di Tsipras è uno scaricabarile clamoroso. Io ero contrario già alla proposta di referendum fin dal lontano 2011, quando fu annunciato e poi cancellato dal Governo Papandreou.
A mio modo di vedere, i referendum per scegliere tra due politiche devono essere fatti per tempo, non a tempo scaduto, agendo in modo così irresponsabile. Il mandato popolare dato a Tsipras con il voto del gennaio 2015 era quello di trovare un accordo migliore rispetto a quelli presi dai precedenti governi, senza così tanta austerità. Ripeto: rimandare al popolo questa scelta significa lavarsene le mani, come Pilato. Se Tsipras non è capace di fare quello che il popolo gli ha chiesto, si dimetta. A quel punto, la Grecia potrebbe avere alternativamente un governo di unità nazionale oppure tornare alle urne.
Inoltre, ma questa è una mia idea, potrebbe essere che il referendum sia anticostituzionale perché le scelte di politica economica non spettano al popolo, ma al Governo.
Qual è il suo pronostico sul referendum?
Io credo che sia probabile un’ampia maggioranza di “sì”. Però sono in tanti a pensarla in modo diverso. L’esito del referendum dipenderà anche dalla comprensione o meno da parte della gente dell’essenza del referendum, il cui tema è piuttosto complesso, soprattutto per le persone meno istruite. Bisogna anche stare molto attenti a formulare il quesito referendario all’interno della scheda. Viste le 10 pagine di accordo coi creditori, ci vorrebbe un referendum lungo 3 giorni. La situazione della Grecia è davvero tragica e surreale.
Ora ci sono limiti sui capitali, ma in precedenza c’è stata una forte fuga dei depositi. Quanto è palpabile il problema?
Chi poteva, ha trasferito i suoi soldi all’estero tempo fa, attraverso gli investimenti. Sono le famiglie, la gente comune, a essere corse agli sportelli delle banche nel weekend a ritirare i loro risparmi, per paura e incertezza sul futuro.
Sono già usciti dal paese i soldi dei ricchi e dei più competenti, che hanno capito per primi cosa stava succedendo al loro paese. Altri invece l’hanno capito troppo tardi e hanno lasciato i loro depositi in banca.
Crede che negli ultimi mesi i media abbiano dato informazioni distorte sulla trattativa tra la Grecia e i creditori?
Io stesso non ho la percezione chiara di come siano andate le trattative, perché il Governo Tsipras e l’Unione europea hanno dato versioni completamente diverse dei fatti. Sono i cittadini a dover capire chi mente e chi dice la verità. Pensate a quando la Commissione europea ha pubblicato l’ultima proposta fatta al Governo greco e quest’ultimo ha negato di averla ricevuta in tal modo, citandone un’altra. La gente è confusa e divisa tra pro e contro Tsipras per partito preso. Ci vorrebbe un’assunzione di responsabilità da parte di tutti, governo e istituzioni, per far sapere alla popolazione greca e a quella dell’UE come stanno effettivamente le cose.
Sondaggio
E gli utenti di AdviseOnly, se fossero greci (o immaginando che l’Italia si trovasse nei panni del paese ellenico) cosa voterebbero al referendum del 5 luglio 2015?
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Mir2011 / Giugno 30, 2015
Il popolo Greco ha già dato fin troppo. EU non vuole che si aumenti le tasse ai più ricchi, vuole macellare ulteriormente pensionati e lavoratori, vuole privatizzare tutto, cioè vogliono mettere tutto in manoi ai mercati finanziari! Ma che vadano tutti al vaffa day. Se questa è l’Europa meglio uscirne prima che ci abbiano schiavizzati tutti!
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Jacopo Caretta Mussa / Giugno 30, 2015
Mir la UE ha fatto (e continua a fare) tanti errori ma non mi sembra che chieda quello che dici. Ecco il documento della proposta: http://blogs.ft.com/brusselsblog/files/2015/06/Table-compromise-250615-Version-CLEAN.pdf
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Mir2011 / Giugno 30, 2015
Altra trovata intelligente dell’EU : Il formaggio italiano lo dobbiamo fare col latte in polvere, e gettare via il nostro buon latte fresco italiano. Indovinate chi sono i maggiori produttori di latte in polvere??
Altra trovata intelligente definire “aranciata” un prodotto che non ha visto nemmeno una arancia.Indovinate chi è che praticamente non ha arance?? Questa è l’Europa. Meglio uscirne e fare affari con i BRICS, come già suggerito da altri cittadini.
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