a
a
HomeECONOMIA E MERCATIGRAFICO DELLA SETTIMANAGrafico della settimana: italiani scarsi in matematica, ma non in tutte le regioni

Grafico della settimana: italiani scarsi in matematica, ma non in tutte le regioni

Qual è il vostro rapporto con la matematica?

Beh, la probabilità che sia pessimo è alta, visto che gli italiani non sono proprio maestri a fare i conti, come recentemente è emerso dall’indagine Piaac dell’Ocse.

Anche i risultati dei Test Pisa (Programme for International Students Assessment), condotti sui 15enni di 65 paesi Ocse nel 2012 e diffusi il 3 dicembre, ribadiscono che l’Italia è al di sotto della media Ocse. Sopra la media è, invece, la differenza di performance tra i sessi: i ragazzi sono più bravi delle ragazze. Negli esercizi matematici i maschi italiani ottengono un punteggio superiore di 18 punti rispetto alle femmine, contro una media Ocse di 11 punti.

Le solite classifiche internazionali piene di ombre? No.

Emergono tre buone notizie dall’indagine Pisa:

  • l’Italia tra tutti i Paesi Ocse ha registrato i progressi più rapidi in matematica dal 2003 ad oggi;
  • nello stesso periodo la percentuale di studenti che si colloca nella fascia inferiore del punteggio (low performers) è diminuita del 7%, mentre gli studenti nella fascia superiore del punteggio (top performers) sono saliti del 2,9%.
  • gli italiani sono bravi a interpretare, applicare e valutare i modelli matematici, tant’è che sono in linea con la media Ocse. Il guaio è che se la cavano male a formularli, ottenendo un punteggio sotto la media che fa crollare le conoscenze matematiche tout court.

Poi c’è un altro elemento: in Italia non siamo tutti scarsi in matematica. O meglio: non in tutte le regioni.

Basta osservare il grafico sotto.

 Punteggi medi in matematica ai Test Pisa-Ocse per regione

risultati-test-pisa-per-regione-italia-ocse

Notiamo che:

  • Trento, Friuli Venezia Giulia e Veneto si collocano in vetta alla classifica Ocse, con un punteggio ben al di sopra della media (la linea rossa, a quota 494 punti);
  • gli studenti con performance peggiori vivono in Campania, Sicilia e Calabria;
  • sussiste quindi la “questione meridionale” anche per quanto riguarda la matematica. Quasi tutte le regioni del Nord (salvo Valle d’Aosta e Liguria), insieme a Marche e Toscana, vanno meglio della media dei Paesi Ocse. Al contrario, tutti gli studenti del Sud hanno dei punteggi inferiori ai loro colleghi che frequentano le lezioni negli altri Paesi dell’area Ocse. E’ il caso di dirlo: regione che vai, matematica che trovi.

Voi vi riconoscete nelle conoscenze matematiche della vostra regione?

Scritto da

Con www.adviseonly.com la finanza non è mai stata così semplice. La nostra missione è spiegarvi il mondo degli investimenti in modo chiaro e senza giri di parole, per rendervi investitori più informati e consapevoli.

Ultimi commenti
  • Avatar

    Ma in che senso: “gli italiani sono bravi a interpretare, applicare e valutare i modelli matematici, tant’è che sono in linea con la media Ocse. Il guaio è che se la cavano male a formularli”
    Cioè?

    • Avatar

      Ciao Gianni,

      Vuol dire in soldoni che se gli metti davanti un grafico sanno interpretarlo bene, sopra la media Ocse. Ma sono pessimi (sotto la media Ocse) se si chiede loro di elaborare un modello per descrivere una relazione tra i dati.
      Del tipo y= 2x + k

      • Avatar

        Qual’è un modello per descrivere una relazione tra i dati y=2x+k?

        A me occhio e croce viene in mente solo un fascio di rette parallele al variare di k.
        Non so potrei graficarlo, ma sarebbe un modello?

    • Avatar

      Ah! Ah! Grande Gianni!
      Anche secondo me questi test (nel complesso utili, penso), o meglio la loro lettura, sono un po’ esagerati e pomposi nei toni.
      A 15 anni, a meno di non essere dei geni precoci, il massimo della matematica la trovi allo scientifico e lì non si può dire che si “modellizzi”. Si risolvono problemini, equazioncine, ecc ecc.
      Perché modellizzare significa tradurre in linguaggio matematico un fenomeno, descrivendolo il più compiutamente possibile e senza ridondanze attraverso simboli. Occorre capacità d’astrazione, conoscenza della lingua matematica e della logica, possibilmente capacità di passare dalla teoria alla stima sul campo (maneggiando dati). Le prime attività di questo genere si affrontano a livello universitario, se si segue un corso di laurea piuttosto quantitativo e si ha la voglia e la fortuna di cimentarsi con la questione. O addirittura, si incontrano post-laurea. Non a 15 anni. Oppure mi sono perso qualcosa…

lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.