Mentre in Europa tutti gli occhi sono puntati sulla Grecia, in Asia, è la Cina a trovarsi nell’occhio del ciclone.
Nell’ultimo mese i principali indici della Borsa cinese hanno perso più del 30% e, tenuto conto dell’intensità del crollo dei prezzi, il trend non sembra destinato ad arrestarsi nel breve periodo, nonostante il rimbalzo della giornata di oggi.
Il mercato finanziario cinese è in piena evoluzione. La recente apertura del governo agli investitori stranieri è stata accompagnata da un aumento sensibile degli scambi, dall’apertura di nuovi conti di trading e associati ai margini per finanziare le operazioni.
Il mercato azionario cinese rimane un mercato giovane, dove circa l’80% delle transazioni sono eseguite da investitori retail, che dopo essere stati attirati dai rendimenti stellari (nell’ultimo anno le performance rimangono intorno al +70%), in questo momento si stanno “scottando” con la volatilità del mercato.
Ieri circa il 40% dei titoli cinesi quotati è stato sospeso per eccesso di ribasso. E nella giornata di oggi, la sospensione dei titoli riguarda il 50% del mercato.
Le autorità stanno facendo il possibile per arginare il fenomeno, ma come dice il portavoce dell’autorità che regola i mercati finanziari, Deng Ge: “Il mercato è in preda al panico e gli investitori vendono a prezzi irragionevoli”.
E quando in Borsa dilaga il panico, fermarlo non è così semplice.
Un messaggio che gli esperti investitori europei dovrebbero aver recepito dopo la crisi di Lehman Brothers. Anche se, dalle quotazioni dei CDS, non sembra sia così nell’Eurozona rispetto alla crisi della Grecia: infatti, per i mercati attualmente la probabilità di contagio dalla Grecia all’Italia è inferiore al 5%. Troppo bassa, a nostro avviso.