Sempre più titoli di stato registrano rendimenti negativi, tuttavia l’incertezza globale non permette semplici manovre tra i titoli obbligazionari: l’effetto collaterale è un innalzamento delle loro “aspettative di vita”. Scopriamo insieme di cosa si tratta
Cosa succede?
10mila miliardi di dollari: ecco a quanto ammontano i titoli di Stato che registrano rendimenti negativi; un mercato dominato dal Giappone e ribattezzato da Goldman Sachs come “new normal”. Anche se di normal non ha proprio nulla.
Di conseguenza, per trovare rendimenti soddisfacenti senza esporsi verso Paesi “traballanti” (India, Brasile…), si deve inevitabilmente allungare la curva dei rendimenti (si registrano sempre più emissioni di durata fino a 50 anni), con un’implicazione diretta sulla duration degli stessi titoli .
Cosa significa?
Attraverso la duration viene rappresentata la “durata finanziaria del titolo”, cioè il tempo utile a rientrare dall’investimento iniziale (tenendo conto anche delle cedole), e con essa viene anche espressa la rischiosità: maggiore sarà il valore della duration, maggiore sarà la volatilità del titolo a seguito di possibili variazioni dei tassi di mercato. In parole semplici: più la scadenza è lontana, maggiori sono i rischi in cui si può incorrere.
Come mostra il grafico seguente[1] è evidente che il rendimento offerto oggi non compensa adeguatamente il rischio insito nell’estensione della duration.
Leggiamo il grafico insieme: prendendo in esame il caso degli USA (US Sov & Govt) il cambiamento avvenuto tra il 2005 e il 2016 è decisamente marcato. Se nel 2005 (sfera blu) il mercato americano offriva in media il 4,5%, a fronte di una equivalente duration, nel 2016 (sfera verde), il rendimento offerto è sceso a circa l’1,8%, mentre la duration si è alzata a 6 anni: il rischio di incorporare maggiore volatilità, e di conseguenza incertezza, nell’investimento è aumentato.
Eccezion fatta per il mercato dell’America Latina, questo scenario lo si può leggere anche nel resto del mondo obbligazionario: il contesto macroeconomico attuale, e la ricerca di un (seppur minimo) rendimento positivo hanno portato ad un aumento della duration e, implicitamente, del rischio (nascosto) che è essa comporta.
[1] La dimensione delle sfere nel grafico riflette l’ampiezza del mercato dello stesso strumento.
Gianni / Luglio 23, 2016
Bello il grafico.
I bond America Latina che avete messo nel grafico sono quelli in valuta locale, giusto?
Perché quelli in USD non direi che hanno aumentato lo yield e ridotto le duration, eccetto forse il Venezuela che è un po’ distressed però.
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Daniele / Luglio 25, 2016
Buon pomeriggio Gianni,
scusi il ritardo. Esattamente, sono espressi in valuta locale, come indicato dal fornitore degli indici presenti nel grafico “Barclays Global aggregate index”.
Daniele
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