Ci sono momenti in cui vendere o comprare uno strumento finanziario (azioni, obbligazioni, ETF, ETC, fondi comuni) può richiedere tempo, essere penalizzante o addirittura impossibile.
Durante il crollo di Lehman Brothers, vendere un semplicissimo BTP era quasi impossibile. Oggi, se siete in possesso di un’obbligazione bancaria o corporate, ad esempio, venderle potrebbe richiedere del tempo.
Se siete degli clienti di un Portafoglio Premium, vi sarà capitato di attendere qualche giorno prima che il vostro ordine di acquisto di un semplice ETF sia eseguito dalla vostra banca.
Queste situazioni sono la normalità, perché ogni volta che investite in strumenti finanziari dovete fare i conti con il rischio liquidità degli strumenti stessi.
Cos’è il rischio liquidità
Con rischio liquidità si intende la capacità di un investitore ad acquistare o vendere sul mercato un titolo o strumento finanziario senza influenzare il prezzo dello strumento stesso.
Va da sé che tanto più uno strumento è scambiato sui mercati, maggiore è il suo grado di liquidità. La Borsa, in questo contesto, come luogo di incontro tra domanda (compratore) ed offerta (venditore), svolge un ruolo importante. È in larga parte per questa ragione che è uno strumento quotato in Borsa può aumentare la liquidità di uno strumento. Ma non sempre è sufficiente (come nel caso di molti ETF).
Per catturare la liquidità di uno strumento si possono analizzare diversi indicatori, che variano a seconda dello strumento che si ha di fronte.
Ad esempio, quando si vuole analizzare la liquidità di un ETF è necessario conoscere:
- lo spread denaro-lettera;
- la massa gestita;
- i volumi e la continuità degli scambi;
- La differenza tra la replica fisica o sintetica.
Per le obbligazioni, invece, si possono aggiungere alla lista anche la dimensione, l’età dell’emissione o la tipologia di emittente.
Quello che facciamo in AdviseOnly, è sintetizzare l’insieme di questi fattori chiave in un unico indicatore di rischio di liquidità.L’indice muta nel tempo ed al variare degli elementi che lo determinano. I fattori da valutare sono tanti, ma noi li mediamo e alla fine otteniamo un unico punteggio che va da 0 (liquidità inesistente) a 100 (massima liquidità). L’indicatore è disponibile sia a livello di singolo strumento, sia a livello di portafoglio. Vediamo cerchiato in rosso il valore dell’indice di rischio di liquidità per il portafoglio Valore Italia.
Come si legge l’indice di rischio di liquidità?
Sia a livello di singolo strumento che di portafoglio, più l’indice è vicino a 100, meglio è. Il nostro indicatore di liquidità non va usato in maniera meccanica. Al contrario, va contestualizzato in base alle condizioni di mercato. Per essere precisi, non c’è una soglia “critica” da rispettare ma è uno strumento utile per confrontare il grado di liquidità di due strumenti (o portafogli), oltre a mantenere sotto controllo il grado di smobilizzo dei propri investimenti.
Perché è così importante conoscere la liquidità per un risparmiatore?
Perché a volte non conoscere la liquidità dei vostri investimenti può costarvi caro.
Immaginate che, per qualche ragione, vogliate liberarvi di alcuni titoli o strumenti finanziari che ad oggi quotano 100. Purtroppo, al momento della vendita vi accorgete che la liquidità di tali strumenti è talmente bassa che siete costretti a venderli a 90, un prezzo decisamente più basso di quello che pensavate. Un bel colpo alla vostra ricchezza finanziaria.
Non è sempre così, ma visto la quantità di obbligazioni bancarie o polizze unit-linked che il risparmiatore italiano medio ha in portafoglio, sono eventi meno rari di quello che si possa pensare.
Ed è questa ragione che noi di AdviseOnly ci teniamo che teniate sotto controllo, oltre a rischio e performance, anche la liquidità dei vostri investimenti.